Per un rapporto sull’impresa sociale in Italia: sollecitazioni e spunti di riflessione
0 commenti 31 Ottobre 2007

Carlo Borzaga, Flaviano Zandonai

La presenza sempre più diffusa e variegata dell’impresa sociale in Italia sollecita i ricercatori, in particolare quelli della rete Iris, a proporre una pubblicazione in grado di restituire in forma documentata e approfondita, ma anche immediata, le dimensioni e le caratteristiche generali del fenomeno, oltre che le sue traiettorie di sviluppo. Un rapporto sull’impresa sociale che si proponga quindi di delineare un quadro conoscitivo destinato alla comunità scientifica, ma anche a coloro che lavorano nelle imprese sociali o vi collaborano. Quali potrebbe essere i contenuti di questa pubblicazione?
Una prima area di contenuti – tipica peraltro di ogni rapporto – è la definizione dei contorni essenziali del fenomeno oggetto di interesse. Da questo punto di vista fornire informazioni precise, anche essenziali, sull’impresa sociale non è semplice, perché non esiste ancora una base dati completa. E’ necessario quindi procedere attraverso l’accostamento di diversi database da cui trarre informazioni basilari, utili a definire il “peso” di un fenomeno di cui sempre più spesso si parla ma che non è conosciuto nelle sue caratteristiche (anche quelle basilari: numero di imprese, distribuzione territoriale, addetti, giro d’affari, ecc.). Accanto al quadro quantitativo emerge comunque altrettanto rilevante la necessità di ricostruire la storia recente del fenomeno – o, forse meglio, una cronaca – per cercare di dirimere la molteplicità di fattori – interni ed esterni, micro e macro, strutturali e congiunturali – che ne hanno influenzato l’evoluzione recente e che, come ricordato in interventi recenti, restituiscono un contesto caratterizzato da luci ed ombre. Infine, il quadro generale potrebbe essere completato attraverso una rassegna dei principali modelli teorici fondanti l’impresa sociale. Non dovrebbe trattarsi naturalmente di una mera riproposizione, ma piuttosto di una rivisitazione, per valutare l’efficacia di questi modelli in sede interpretativa a fronte di sollecitazioni provenienti sia da riscontri empirici, sia da altre teorizzazioni che, in modo più o meno diretto, si sono avvicinate all’impresa sociale (ad esempio il dibattito sulla social entrepreneurship legata alla responsabilità sociale delle imprese).
Dopo aver definito il contesto generale dal punto di vista dimensionale, evolutivo e teorico una seconda area di contenuti del rapporto potrebbe farsi carico di analizzare le diverse declinazioni dell’imprenditoria sociale. In questo caso la riflessione potrebbe spingersi in due direzioni. La prima riguarda le forme giuridiche, seguendo un continuum che partendo da quelle più tradizionali (la cooperazione sociale), passa per altre figure del settore nonprofit (fondazioni e associazioni soprattutto), per approdare a forme di impresa sociale costituite con forme giuridiche di origine commerciale (Srl, Spa). La seconda direzione di analisi riguarda invece i settori di attività. Anche in questo caso, accanto ad approfondimenti sui settori “forti” – come i servizi sociali – si dovrebbero recuperare interventi che propongano dati e riflessioni su “nuovi” ambiti, cercando di misurare il potenziale di sviluppo dell’impresa sociale in base alla domanda presente (o potenziale), alla tipologia di beni da produrre, alle condizioni generali del contesto socio-economico e normativo.
La terza (e ultima?) area di contenuto del rapporto potrebbe affrontare alcune questioni specifiche che si configurano snodi critici attraverso cui delineare lo sviluppo presente e futuro dell’impresa sociale. Anche in questo caso le tematiche sono molteplici e probabilmente la scelta di priorità andrebbe fatta a partire dalla disponibilità di dati conoscitivi sufficientemente strutturati per poterli sintetizzare in una pubblicazione che, inevitabilmente, si pone anche l’obiettivo di contribuire agli orientamenti strategici del settore. Ecco quindi emergere tematiche quali: il capitale umano, guardando in particolare alle figure con compiti dirigenziali; le nuove forme di relazione con gli attori economici e sociali in ambito locale, dove la stipula di contratti per la produzione di beni e servizi si affianca alla partecipazione ai sistemi di governance delle politiche; gli strumenti – vecchi e nuovi – per finanziare e sostenere percorsi di sviluppo (start-up, ristrutturazioni, innovazioni di prodotto, ecc.); l’accountability economica e sociale, ecc.
Queste riflessioni costituiscono solo un primo brain storming rispetto a una pubblicazione che, con il suo carattere periodico, è chiamata a seguire da vicino le vicende di un fenomeno che si manifesta in forme e modalità sempre molto peculiari e diversificate. Ci auguriamo che le opportunità di interazione offerte da questo blog possano rappresentare un’opportunità per completare un percorso appena iniziato.

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