Il caffè sospeso come prosocial behaviour
0 commenti 17 Febbraio 2017

Nella città di Napoli, da quasi cento anni, si perpetua la tradizione del caffè sospeso: un individuo entra in un bar, consuma il suo caffè e ne paga due, l’altro caffè resta appunto “sospeso” e viene offerto a chi entrerà dopo e non può pagarlo. La persona che lascia il sospeso non agisce secondo regole di razionalità e massimizzazione del profitto, non avrà un tornaconto dal suo gesto perché non conosce lo sconosciuto (bisognoso) che usufruirà del caffè, e in certi casi (come ad esempio per un turista) probabilmente non entrerà mai più in quel bar. Questo atteggiamento, come molti altri comportamenti prosociali, dimostra che il comportamento umano è di tale complessità da non poter essere spiegato facendo ricorso solo a modelli razionali. Gli esseri umani agiscono anche in base alle  emozioni, al contesto in cui vivono, all’altruismo e ad una serie di fattori ben lontani dalle teorie economiche basate sull’Homo Oeconomicus, che invece rappresentano il fondamento dell’esistenza e della persistenza di molte istituzioni sociali.

Nel saggio Il caffè sospeso della tradizione napoletana: prosocial behaviour come fondamento delle istituzioni sociali – sulla rivista Impresa Sociale – Federica D’Isanto (Università degli Studi di Napoli “Federico II”) e Salvatore Di Martino (Leeds Beckett University UK) propongono uno studio condotto sul comportamento dei consumatori nella città di Napoli in relazione alla pratica del caffè sospeso: la scelta di lasciare o meno il sospeso è stata utilizzata come indicatore di un comportamento prosociale e altruistico.

Buona lettura!

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Foto di pupilla grafik. Hall of fame di Turro, Milano

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