L’appello verso quota 100
0 commenti 11 Ottobre 2012

L’appello degli imprenditori sociali promosso da Iris Network si avvicina a grandi passi a quota 100 adesioni. Oltre alle 65 persone che lo hanno sottoscritto in occasione del Workshop sull’impresa sociale, sono arrivate altre adesioni all’indirizzo workshop@irisnetwork.it. Vi ricordiamo che è possibile aderire indicando nome, cognome ed ente di appartenenza fino all’inizio della prossima settimana. Dopodiché l’appello verrà recapitato ai destinatari (enti governativi soprattutto). Affrettatevi dunque perché il tempo stringe. Di seguito il testo dell’appello. L’elenco dei firmatari si trova nella sezione Iris Files.

Responsabilità e protagonismo per la ripresa.

Appello degli imprenditori sociali

Questo appello è rivolto alle istituzioni pubbliche, in particolare al governo nazionale, e a tutti quei soggetti privati – come fondazioni bancarie, Camere di commercio, istituti di credito, ecc. – che operano con e a favore delle imprese sociali. E’ promosso e sottoscritto da imprenditori, manager e operatori sociali che hanno partecipato alla X edizione del Workshop sull’impresa sociale tenutosi a Riva del Garda il 13 e 14 settembre 2012 organizzata da Iris Network. La sottoscrizione dell’appello è stata successivamente allargata grazie a una campagna di sensibilizzazione condotta attarverso il sito www.irisnetwork.it.

L’impresa sociale è molto più di un fenomeno emergente. E’ a pieno titolo nella sua fase di maturità. Il fatto che a livello teorico e normativo ancora si discuta sui suoi elementi costitutivi, non significa che manchino concrete realizzazioni. Anzi, in Italia è presente una delle più consistenti popolazioni di impresa sociale: secondo il Rapporto Iris Network sono oltre 13mila unità di cui 11mila sono cooperative sociali.

Con pochi provvedimenti mirati è possibile liberare un ulteriore potenziale di imprenditoria sociale, sia in ambito non profit che all’interno di comparti di economia for profit orientati in senso sociale. Il tutto in vista di tre obiettivi. In primo luogo risolvere il paradosso che vede, da una parte, l’impresa sociale indicata come veicolo di innovazione sociale e, dall’altra parte, come soggetto vessato dalle politiche di revisione della spesa pubblica. In secondo luogo collocare l’impresa sociale al centro delle politiche di sviluppo, così come indicato nella recente “Social Business Initiative” della Commissione Europea. In terzo luogo ampliare il raggio di azione di queste imprese in nuovi settori di attività, attraverso diversi modelli giuridici e in più ampi contesti territoriali facendo leva sulle esperienze consolidate a beneficio delle numerose startup.

Sulla base di quanto emerso dai dati di ricerca e dalle buone pratiche discusse durante il Workshop vengono prosposte le seguenti iniziative.

Produzione e mercati: i beni e servizi ad elevato impatto sociale prodotti dalle imprese sociali richiedono specifiche forme di riconoscimento, sia che si tratti di acquisti da parte della pubblica amministrazione, sia che riguardino le scelte di spesa di una quota crescente di individui, famiglie e imprese.

I nuovi fondi strutturali rappresentano un’importante risorsa disponibile a breve e per un arco di tempo significativo (2014-2020); tali fondi dovranno quindi essere allocati dalle autorità nazionale e regionali attraverso piani di sviluppo volti a sostenere il consolidamento e l’innovazione dell’impresa sociale.

La finanza privata è un importante fattore di complementarietà rispetto ai fondi strutturali che si sta arricchendo, anche in Italia, di attori e proposte; è necessario favorire una collaborazione più efficace che risponda a un effettivo sostegno all’imprenditorialità anche in campo sociale.

L’innovazione attraverso la creazione d’impresa: l’impresa sociale rappresenta uno strumento ancora poco valorizzato importante all’interno di programmi che sostengono la creazione di start up innovative, nonostante gli elementi di valore sociale, economico e occupazionale che caratterizzano la sua produzione.

La normativa: lo stallo della legge sull’impresa sociale può essere superato attraverso alcune semplici modifiche del testo normativo: allargamento (o superamento) dei settori di attività; dichiarare imprese sociali tutti i soggetti non profit di natura produttiva riconoscendo alle organizzazioni che assumono questa qualifica anche lo statuto di Onlus; possibilità di remunerare, almeno in parte, il capitale investito e garanzia dell’inalienabilità del patrimonio.

Riva del Garda, 14 settembre 2012

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