Impresa sociale, come stai? I dati dell’Osservatorio Isnet
0 commenti 13 Luglio 2016

Presentata ieri a Roma, presso la sala stampa della Camera dei Deputati, l’anteprima dei dati della X edizione dell’Osservatorio Isnet sull’impresa sociale in Italia.

Isnet ha interrogato il proprio panel composto da circa 400 cooperative sociali, 100 imprese sociali ex lege (a fronte, secondo quanto presentato, delle 1.053 imprese sociali ex lege ad oggi esistenti  – ossia iscritte alla sezione L del Registro Imprese a maggio 2016) e, novità dell’edizione 2016, 10 società benefit e B-corp italiane (sulle 45 esistenti).

Le indagini sul panel sono in grado di offrire serie storiche sui principali indicatori per l’impresa sociale. In particolare le indagini della X edizione dell’Osservatorio si stanno concentrando su andamento e sentiment economico, occupazione, innovazione, rapporto con gli stakeholder, fusioni, reti, spin off, investimenti, certificazioni, competitività, welfare aziendale, impatto sociale etc. Altri dati dell’Osservatorio saranno divulgati da qui alla fine dell’anno.

Cosa emerge dal panel?

Andamento economico. Interrogate sulla previsione di andamento economico dell’anno in corso rispetto al precedente, ben il 37,2% delle cooperative sociali prevede un trend in crescita, il 44% stazionario e solo il 18,8% in diminuzione. Un buon risultato, che va a confermare ed incrementare l’andamento storico degli ultimi anni (sentiment di crescita in continuo aumento dal 2013 e di descrescita in calo dal 2012).

AE

 

Entrate. Dato che non sorprende è la prevalenza di entrate da enti pubblici rispetto a privati, in linea con le percentuali delle rispettive indagini degli anni precedenti.

E

 

Occupazione. Ulteriore dato che informa sulla “tenuta” del settore, che regge alla crisi, è il grado di preservare i livelli di occupazione. Alla domanda “Ritiene che a fine 2016, rispetto al 2015, il personale retribuito della vostra organizzazione risulterà…?“, il 27,6% delle cooperative sociali del panel prevede un aumento, il 61,2% una situazione stazionaria, solo l’11,2% una diminuzione. Con un netto miglioramento delle previsioni di crescita o invarianza del personale rispetto ai due anni precedenti.

O

 

Potenzialità da sviluppare. Alcuni zone di miglioramento non mancano, da individuare soprattutto nel possibile potenziamento di collaborazioni con imprese for profit. Le 400 cooperative sociali del panel sono state interrogate sulle collaborazioni in essere con imprese in ambito di welfare aziendale. Il risultato (4,4% hanno all’attivo collaborazioni) lascia margini di crescita in un ambito, quello del welfare aziendale, che può rappresentare una leva di sviluppo e innovazione interessante per la cooperazione sociale.

P2

Alle cooperative sociali di tipo B (o miste) è stato chiesto se avessero all’attivo “collaborazioni con imprese/enti pubblici nell’ambito dell’art 14 Dlgs 276/03”. Anche in questo caso si aprono potenzialità di sviluppo ulteriore. Ricordiamo che con l’art 14 Dlgs 276/03 è stata introdotta la possibilità per le imprese/enti pubblici con più di 15 dipendenti di adempiere all’obbligo di assunzione di persone disabili attraverso il conferimento di commesse di lavoro alle cooperative sociali di inserimento lavorativo.

P1

 

Contaminazioni. Significativa la polarizzazione nel campione di cooperative sociali tra “riformisti” (28,4% del campione), favorevoli all’ingresso di nuovi attori, per gli effetti di contaminazione positiva, l’acquisizione di know how e la maggiore dinamicità organizzativa che ne può conseguire, e “tradizionalisti” (35,8% del campione), che al contrario temono l’innescarsi di meccanismi competitivi con imprese che assumono la veste sociale prevalentemente per motivi opportunistici . La restante parte delle cooperative sociali intervistate non ha ancora maturato una posizione.

“Il panorama delle organizzazioni a valore aggiunto sociale si sta ampliando, oltre alle cooperative sociali con le imprese sociali srl e le società benefit (introdotte dalla Legge Stabilità 2016). Pensa sia una opportunità per lo sviluppo dell’economia sociale?”

C

 

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