Il privato sociale nei Quartieri Spagnoli
0 commenti 31 Ottobre 2017

Costruiti a partire dal 1536 per ospitare i soldati spagnoli di stanza in città o in transito verso i fronti di guerra, i Quartieri Spagnoli sono un’articolata scacchiera di rioni che sorgono nella parte storica di Napoli, un’area popolare ad alta concentrazione di famiglie multi-problematiche. Seppur vicinissimi a Piazza Plebiscito, essa hanno assunto fin dalla nascita una natura di enclave, chiusa verso l’esterno (come si addice ad un quartiere militare) e separata dal resto della città e delle funzioni sociali e urbane. Data la problematicità dell’area, i Quartieri Spagnoli sono da tempo luogo di sperimentazione di interventi pubblici tesi a migliorare le condizioni di vita degli abitanti, anche se negli ultimi decenni le attività del privato sociale hanno conosciuto una notevole fioritura.

Di recente pubblicazione sulla rivista Impresa Sociale, il saggio “Il privato sociale nella realtà dei Quartieri Spagnoli di Napoli: un approccio di teoria economica – a cura di Francesco Silvestri (Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia) – illustra le relazione esistenti tra policy maker, finanziatori e organizzazioni di terzo settore nell’ambito delle azioni di welfare mix attive nei Quartieri Spagnoli, attraverso l’impianto interpretativo del modello principale-agente, proprio della teoria economica ma adottato sempre più frequentemente nello studio delle politiche pubbliche. Il quadro che emerge consente di verificare limiti e vantaggi di un modello che, in nome di una maggiore razionalità ed efficienza della spesa, tende progressivamente ad assumere la logica di mercato anche nel finanziamento delle politiche sociali: tra i primi, il rischio di favorire gli operatori privati più capaci non dal punto di vista della competenza, bensì da quello della solidità finanziaria.

Buona lettura!

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