Fertilità e non solo – sintesi
0 commenti 21 Settembre 2007

Coordina: Carlo Borgomeo

I due aspetti emersi dal workshop:

1 – Fertilità: criticità e aspetti innovativi

2 – Non solo: spazio alle leggi regionali, per un confronto a livello locale

I punti fondamentali di Fertilità:

1- rafforzare il capitale sociale
2- sostenere impresa sociale nella rete, collegamento con il territorio (promotore e destinatario)
3- finanziamenti indispensabile per l’attività di accompagnamento e tutoraggio.

Il programma Fertilità aveva come obiettivo principale sostenere la nascita di nuove realtà della cooperazione sociale nelle zone dove è meno presente (obiettivo 1 e obiettivo 2). Questo programma, promosso dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali e da Sviluppo Italia, prevedeva il coinvolgimento di un’organizzazione promotrice, un’organizzazione destinataria (consorzio o cooperativa sociale) e un terzo soggetto con il ruolo di accompagnatore nel percorso di spin-off. La strategia del programma era quella di favorire l’accrescimento patrimoniale delle imprese sociali, intervendendo con contributi finanziari volti a favorire il processo di capitalizzazione delle imprese.
Nel corso della realizzazione del programma si sono riscontrate difficoltà legate a procedure complesse, tempi lunghi (i progetti destinatari necessitavano di ricerca di capitale), e scarse comprensioni delle reali finalità.
Grazie a questo programma si è verificato un flusso di know-how e scambio di esperienze dal realtà del nord Italia (soggetti promotori) a beneficio di realtà del meridione (soggetti destinatari). Questo risultato dimostra l’importanza della rete che è venuta a crearsi nel territorio nazionale.
Un confronto tra imprese sociali costituitesi dopo il 2000 e imprese sociali costituitesi nello stesso anno all’interno di questo programma dimostra che le impresa sociali di fertilità sono più solide dal punti di vista patrimoniale.
Alla luce dei risultati di un programma che contiene al suo interno elementi di forte innovativi si aprono considerazioni relative alla possibilità di riproporre strumenti simili a livello locale, nonostante sia ancora possibile effettuare un’analisi completa.
In questo dibattito si sono confrontate esperienze locali simili all’approccio del progrtamma Fertilità, in particolare sono state messe in risalto le pratiche legate all’accrescimento del capitale realizzate a livello locale. CFI, ad esempio, ha realizzato interventi sul rafforzamento del patrimonio sulla base dell’apporto di capitale dei soci. L’obiettivo di tael operazione è stato quello di evitare la sottocapitalizzazione dell’impresa, problema di tutte le imprese sociali, facilitando in questo modo anche l’accesso al credito. Questa politica si differenzia da quella di Fertilità, dove l’erogazione del contributo era pari anche al doppio del capitale sociale, con il rischio che le imprese partecipino per avere il contributo senza poi essere in grado di gestire il progetto.
In alcune regioni, ad esempio in Emilia Romagna, sono stati realizzati interventi di sviluppo alle Imprese Sociali simili a quelli previsti con Fertilità. La peculiarità in questo caso è dovuta alla graduale erogazione di fondi, sostenendo la nuova Impresa sociale ma anche responsabilizzandola, producendo un effetto moltiplicatore delle risorse destinate a quel progetto. In questo modo l’impresa ottiene dei contributi ma deve anche sostenere si accetta il rischio di realizzare iniziative con mezzi propri, non sempre adeguati.
L’impresa sociale beneficia molto meno rispetto ad atri settori di aiuti economici pubblici. Ad esempio l’inserimento lavorativo non confida su risorse pubbliche e sostiene più costi del lavoro, per questo dovrebbero essere sostenute.
Un’altra esperienza significativa è quella del Cosis, con il progetto Oasis, che ha sempre come obiettivo la capitalizzazione dell’Impresa Sociale. A differenza di Fertilità, nel progetto Oasis non sono previsti contributi a fondo perduto, per evitare che l’acquisizione delle fonti sia l’unico motivo dell’adesione al progetto.Il fondo perduto diminuisce lo sforzo a rischiare, è più idoneo utilizzare un mix di strumenti finanziari, per non sottovalutare le capacità dell’imprenditore sociale.

Concludendo le riflessioni emerse sono:

Le Imprese Sociali sono sotto capitalizzate. Bisogna comprendere il ruolo del socio in questo processo e le ragioni che lo portano a non contribuire con il proprio apporto. La capitalizzazione è un investimento che il socio realizza per garantire la solidità del posto di lavoro e di poter dare un futuro all’impresa. Un passo necessario è educare ad investire nel capitale sociale, spiegare alle persone che lavorano le peculiarità della cooperativa. Un altro strumento per grantire la solidità della cooperativa sono le riserve, capitale che la cooperativa sceglie di non dividere, per investire nella cooperativa.
Quale tipologia di aiuto è più idonea per sostenere l’impresa sociale: fondo perduto o mix di strumenti?
Il programma Fertilità ha degli aspetti innovativi che sono presenti anche il alcune realtà regionali.
Un aspetto critico legato al programma Fertilità è quello della valutazione dei progetti, sia nelle varie fasi, sia nella scelta del soggetto che deve occuparsi della valutazione. Si è aperto un dibattito sull’idoneità dell’ente pubblico a compiere questa funzione o se invece non deve essere affidato ad altri soggetti, come ad esempio i fondi mutualistici.
L’intervento pubblico in questo settore sia efficace e non sia puro assistenzialismo. Una delle maggiori cause di fallimento delle Imprese Sociali più piccole è legato ai ritardi nei pagamenti del pubblico. Questo aspetto porta ad un grande tema che è quello della liberalizzazione del settore dei servizi e delle modalità di gara.
Un passo da effettuare è una maggiore distinzione tra le cooperative di tipo A e B, perché le B inseriscono persone svantaggiate e hanno costi aggiuntivi ed è necessaria una diversificazione delle modalità di contributi

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