Impresa sociale: perché non piace?
Perché al non profit italiano la nuova legge sull’impresa sociale non piace? E’ una domanda scomoda ma che è necessario porsi guardando ai numeri. Sono infatti solo 360 le organizzazioni che hanno fin qui assunto il nuovo marchio giuridico. E pur ipotizzando che altrettante siano disperse nei registri camerali la questione rimane. A sette anni dall’approvazione della legge e a tre dall’emanazione degli ultimi decreti attuativi l’impatto della disciplina appare deludente. Non è un vero e proprio fallimento perché comunque una sparuta popolazione d’imprese sociali esiste e soprattutto perché se la si guarda con lenti qualitative si trovano casi interessanti. Ecco le ultime startup in ordine di tempo: l’Accademia del Sacro che organizza a Taormina laboratori di restauro. E Altri Valori, un’associazione di promozione sociale che in forma d’impresa sociale ricicla creativamente materiali usati anche con finalità di integrazione al lavoro. Rimane il fatto che la legge non funziona, per cui anche i soggetti potenzialmente più interessati ad applicarla (organizzazioni non profit di carattere produttivo) mantengono un certo scetticismo. Molti osservatori risolvono sbrigativamente la questione evocando, quasi come un mantra, l’assenza di incentivi. Ma una recente indagine di Iris Network che verrà pubblicata nella nuova edizione del Rapporto sull’impresa sociale evidenzia che gli incentivi non rappresentano il problema principale. Esistono infatti motivazioni più profonde legate a quella che si potrebbe definire l’impostazione culturale della norma. Per molte non profit, infatti, si tratta di un provvedimento utile a marcare soprattutto la dimensione sociale più che quella spiccatamente imprenditoriale. Ma se la legge viene valutata solo da questo punto di vista, allora è normale che venga scarsamente considerata da soggetti che sul versante sociale sono già ben identificati. A conferma di questa lettura c’è, al contrario, un relativo maggiore interesse da parte di imprese lucrative che, per ragioni diverse, vogliono caratterizzare in senso sociale il loro progetto. In definitiva la legge ha comunque aperto un nuovo percorso di imprenditorialità sociale. Finora poco battuto, ma proprio per questo dovrebbe essere oggetto di maggiore attenzione proprio da parte di coloro che della socialità hanno fatto la loro missione. Ma per questo serve una visione non riduzionista del provvedimento. Una visione ampia, da leader.