Economia della condivisione e nuovo welfare
0 commenti 9 Maggio 2017

Dietro un apparente immobilismo, il welfare italiano – in particolare quello in forma di servizi – sta cambiando. Al suo interno, e non da oggi, sono attivi profondi processi di trasformazione che gli innovatori delle ICT, del making e dell’economia della condivisione possono contribuire ad accelerare, in particolare per quando riguarda una maggiore personalizzazione delle prestazioni, l’assunzione di una natura più marcatamente produttiva e un significo coinvolgimento dei beneficiare (sul punto rimandiamo alla lettura di Welfare in piattaforma  di Flaviano Zandonai su Nova – Sole 24 Ore).

Il 24 maggio 2017,  a Milano e dintorni, si terranno ben 2 eventi (purtroppo nello stesso giorno) che mettono in dialogo sistemi di welfare e pratiche di condivisione.

Alle 9.30, presso Villa Burba a Rho, #OltreiPerimetri, in collaborazione con il Centro Studi Riccardo Massa, organizza il convegno Economia della condivisione e nuovo welfare: una giornata dedicata alla discussione su nuovi scenari di collaborazione, valore sociale e welfare di comunità, per mettere a fuoco gli elementi di innovazione che stanno attraversando gli scambi e le interazioni sociali nel mondo dei servizi, dal terziario avanzato all’ambito sociale. L’evento, in particolare, sarà occasione di confronto tra le pratiche di condivisione di beni e servizi che stanno emergendo in campo economico e le pratiche collaborative nell’ambito dei servizi alla persona che si stanno sperimentando in nuovi progetti di welfare locale.

Sempre il 24 maggio, presso la Casa Dei Diritti del Comune di Milano, si terrà la presentazione di WelCo. Primo Rapporto sul welfare collaborativo, un progetto di ricerca su 70 progetti di aiuto condiviso attivi in Lombardia, per comprenderne punti di forza, criticità, prospettive. I principali ambiti di indagine sono: aiuti peer to peer tra famiglie, badanti e baby sitter condivise, hub territoriali, cohousing, piattaforme digitali, mobilità. La ricerca è stata promossa e curata dall’IRS (Istituto di Ricerca Sociale).

Buon lavoro!

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